Intervista con Gabriele Gatto- il bassista della band Kalinka. È un gruppo dei giovani ragazzi italiani che studiano e lavorano cercando di realizzare i loro grandi sogni, rimanendo sempre con i piedi per terra.
Io:. Com'è nato il gruppo ?
G.G.: Il tutto è nato
dalla conoscenza tra Michele (fisarmonicista ) e Gigi (cantante) che facevano
serate in giro per vari locali, poi il gruppo è nato dall’ esigenza di avere un
seguito piu forte, di dare impatto piu forte alla musica aggiungendo il basso
cioè io (Gabriele) e la batteria con Giovanni. Tutto ciò è avvenuto perché che
ci hanno proposto di suonare al liceo Capece di Maglie e da lì è nata l’unione
tra noi quattro. Successivamente siamo diventati cinque, ma questo è successo
dopo.
Da quanto tempo
vi conoscete tra di voi e com’è l’atmosfera nel gruppo?
Tra me, Gigi, il
vecchio batterista e Andrea ci conosciamo da sempre. Siamo nati nello stesso
paese, e possiamo dire che ci conosciamo da oltre vent’anni. L’unico “estraneo”
è stato Michele che è di Cutrofiano ed è anche il piu piccolo del gruppo,
perché praticamente tutti abbiamo la stessa età. Siamo comunque cresciuti
sempre insieme. Michele ha conosciuto Gigi grazie alle serate di pizzica che
hanno fatto insieme nel passato. L’atmosfera in gruppo è sempre di amicizia.
Con Gigi, Andrea e Giovanni ci conosciamo da una vita, siamo sempre stati
insieme, quindi è piu una questione tra amici. Anche Michele si è integrato
benissimo. La cosa importante è cercare di divertirci insieme.
Com’è nata
l’idea per il nome del gruppo ?
In realtà è nata
per caso, perché durante la terza serata che abbiamo fatto tutti insieme, dopo
aver suonato al Capece, l’abbiamo ripetuta anche a Collepasso proponendoci come
un gruppo che fa bordello e basta. Senza nemmeno avere un nome. La terza volta
che dovevamo suonare insieme, mi ricordo che era per la Befana di due anni fa
(2014) ci serviva un nome per dire chi siamo. E proprio nel tragitto in
macchina abbiamo provato in tutti i modi a trovare un nome, prima di arrivare
al locale che era a Gallipoli, le “Cantine”. Alla fine è uscito il nome dei
“Kalinka” che in realtà cade a pennello, perché è il nome di una famosa canzone
popolare russa. Ci ricalca molto nello stile e nello spirito e infatti abbiamo
deciso di usarla come il nome per il gruppo.
Che tipo di
musica fate ?
Noi facciamo, come
c’è scritto anche sulla pagina facebook, la pachanka-folk. La pachanka è uno
stile musicale latino, tra i piu grandi interpreti di questa musica c’è Manu
Chao su cui noi ci esprimiamo. Però noi cerchiamo di suonare la musica folk e
la musica world in generale, che è quella che ci abbraccia di piu, come la
musica di Mannarino e tutta la musica italiana, partendo da Lucio Dalla,
passando per Celentano e per arrivare alla musica world che contiene anche la
pizzica. E tutto questo possiamo farlo grazie agli strumenti che usiamo che
permettono di suonare vari generi, in quanto vi è la fisarmonica, il basso, la
chitarra elettrica e tanti altri. Facciamo un po di tutto, cerchiamo di
divertirci e farlo al meglio.
Avete pensato
di fare un CD ?
Certo, abbiamo
pensato di fare anche un CD, ma falo costa tanto. Grazie a Dio noi suoniamo
tanto, però ritengo che la cosa piu importante della musica sia cercare di
farla bene. È inutile fare adesso un CD che poi avrebbe poco successo. Abbiamo pensato di far uscire un video verso
il mese di aprile/maggio. Cerchiamo di
muoverci passo dopo passo, non facciamo grandi cose, perché comunque i CD costano tanto e poi rischeremo
di avere poco ritorno economico.
Siete su Youtube,
però non ci sono tanti video. Perché?
Questo in realtà è
il nostro grave errore, perché di video ne abbiamo a miliardi, solo che a
caricarli ci deve essere qualcuno che si mette a farlo. In realtà noi suoniamo
spesso negli stessi locali e sembra per noi ripetitivo fare sempre gli stessi
video. Comunque lo prendo come un suggerimento.
Dove suonate di
solito e in che tipo di posti vi possiamo vedere? Partecipate a qualche
festival, per esempio Tarantella?
Di festival non ne
abbiamo mai fatti. La Tarantella non rientra nel nostro genere. Per entrare nel
programma della “Notte della Taranta” bisogna seguire una scaletta di pizzica
tradizionale. Questo non lo facciamo noi. Abbiamo fatto oltre 100 serate,
quindi abbiamo suonato un po’ in tutti i posti. Siamo arrivati anche nel
Brindisino (zona di Brindisi), grazie a delle collaborazioni con la tromba.
Abbiamo girato la maggior parte di live club del Salento e speriamo di girarne
ancora di piu. Questa è la nostra base, il contatto con il pubblico che è una
cosa che ci fa divertire di piu.
Cosa fate oltre
a suonare nella vita?
Piu o meno tutti
ci occupiamo di cose diverse, io sto all’università, spero di fare il
commercialista da grande. Andrea, il chitarrista, ha un tabacchino. Giovanni,
il batterista, fa il fattorino dei farmaci. Michele studia al conservatorio e
insieme a Gigi sono coloro che si dedicano di piu alla musica. Nella nostra
vita privata facciamo diverse cose, però cerchiamo di dedicarci con tutta la
passione possibile.
Su facebook c’è
scritto che fate la pachanga folk. Non è un genere molto famoso, che tipo di
pubblico volete raggiungere? Secondo te questa musica può diventare famosa,
perché sì, perché no?
La pachanga folk
come etichetta non è molto famosa, ma è un genere che va molto di piu nel
Meridione. I Manu Chao, per esempio, spopolano ogni volta che vengono a suonare
in Italia. Il pubblico che ci ha ascoltato ci ha fatto sempre i complimenti,
perché abbiamo “azzeccato” il genere,
nel momento del tramonto del rock, dell’hard rock o del pop ci siamo messi in
giro nei locali a suonare con questo genere che è sempre piu richiesto.
Cerchiamo di far arrivare la nostra musica ad un pubblico giovane, infatti i
ragazzi che vengono a vederci sono quasi tutti nostri coetanei. La pachanga folk
non è una musica a caso, ma è una musica piena di contenuti,che abbraccia vari
temi come la disoccupazione, il disagio giovanile e l’emigrazione.
Quali sono i
vostri piani per futuro e i vostri sogni?
Il nostro sogno è
la musica, perché è la nostra passione. Per quanto riguarda i piani, non siamo
molto fiduciosi, perché sappiamo benissimo che il mondo è difficile, però
cerchiamo di impegnarci al meglio per raggiungere il nostro sogno.

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